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Le recensioni di Bruno Elpis

Striges di Barbara Baraldi (qlibri)

Barbara BaraldiStreghe e inquisitori

Zoe è una ragazza particolare. Al di là di una caratteristica fisica che la identifica rispetto a tutte le altre: ha gli occhi gialli. Come certi animali, tipo i gatti. O gli strigidi: gli uccelli rapaci e predatori. Civette e gufi, per intenderci.
Ma la sua particolarità risiede principalmente nel carattere e nella personalità. Zoe, la vita in greco, è scontrosa, si sente inadeguata, quasi una disadattata. E sarebbe anche sola (“Il giorno del mio compleanno era diventato l’emblema della mia solitudine”), se non fosse intensamente legata all’amica-sorella Chloe.
Spesso e volentieri le due amiche frequentano anche Sam, una ragazza che gestisce la caffetteria “Bloody Mary”.

L’inquietudine di Zoe ha le sue radici in un fatto biografico: ha perduto la madre in un incidente. E prova rimorso, perché si sente responsabile dell’evento: “Mi sentivo come se qualcuno avesse strappato via una parte della mia anima dalla nascita, quella parte capace di farmi sentire libera”. 
“Fino a quel momento la rabbia mi aveva impedito di accettare che l’avevo persa”.
gufo realePagina dopo pagina, però, scopriamo che il motivo della ‘diversità’ di Zoe è anche strutturale: perché lei è … una strega. Una strega che interpreta con romanticismo, determinazione e conflittualità il suo amore per Sebastian. Perché il giovane, che ha occhi di smeraldo, fisico da statua greca ed è “bello da far male” è … un inquisitore. E perché “a volte i nemici somigliano ad angeli, ma celano l’anima di un demone”.
Barbara Baraldi trascina per mano, e da vera strega (“… alcuni di noi sono mutaforma”) imprigiona il cuore, attraverso una storia che si svolge su due livelli dimensionali: quello fantastico tra incantesimi, magie e agguati; quello umano e psicologico nella rappresentazione delle tensioni e delle dinamiche di un gruppo di studenti impegnati nella recita scolastica di … Paolo e Francesca.
In tutto questo, Barbara propone una concezione originale della strega (“ho cercato allo stesso tempo di recuperare un'atmosfera da "vecchia scuola", con streghe fortemente ispirate all'antica religione e ancorate alla tradizione nostrana ed europea in generale. Anche per questo alcuni nomi, come quello di Misha, sono scelti dalla tradizione est-europea”: sono parole dell’autrice!) che si colloca in posizione critica rispetto a persecuzioni, intolleranze e roghi di ogni tempo, pur duettando con le saghe del fantasy contemporaneo.
Il romanzo è ricco di riferimenti culturali di ogni tipo, soprattutto musicali e artistici. Il linguaggio è diretto e attuale, indulge all’esterofilia (“l’angolo dedicato al bookcrossing”), sa creare atmosfere e comunica magia. Quella che serve per “spiegare le ali, e librarsi in un volo perfetto”

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/fantasy-narrativa-italiana/discussions/review/id:32819/