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Elpi-logo n. 24 – “Il curioso caso di Benjamin Button” di Francis Scott Fitzgerald

coverProcedere a ritroso

Ricordo che la maestra delle elementari ci ammoniva con il seguente consiglio: “Per correggere gli errori di ortografia, provate a rileggere al contrario il testo che avete scritto; partite dall’ultima parola e procedete a ritroso, sino alla prima. Leggerete un testo che non ha senso e vi focalizzerete sulle parole”.
Lo stesso consiglio ci fu dato al liceo dall’insegnante di lettere antiche.
Condizionato da questi precedenti, nel mio romanzo “Il carnevale dei delitti” metto nella bocca di Gabriella – la nipote del commissario – queste parole: “… a volte, per risolvere i nostri problemi, dobbiamo abbandonare le sabbie mobili nelle quali ci sentiamo sprofondare. Io ho un metodo che mi sono costruita, lo utilizzo per esempio quando non riesco a completare una traduzione dal greco o dal latino: affronto il problema al contrario. Leggo le parole dal fondo e così, spesso, il significato di una frase astrusa si spalanca. Poi mi batto la mano sulla testa e penso: ma come ho fatto a non pensarci prima!

Questa inutile premessa autobiografica mi ha indotto a pensare che, mutatis mutandis e con l’intuizione geniale che sta alla base di un’opera d’arte, nel 1922 Francis Scott Fitzgerald, scrivendo “Il curioso caso di Benjamin Button”, in fondo, ha applicato un metodo suggerito dalla didattica … alla vita del suo personaggio.

 

La storia inizia nel 1860, anno di nascita di Benjamin Button. Che viene al mondo con l'aspetto di un uomo anziano: la sua età corrisponde a quella di un ottantenne. Il padre Button è imbarazzato e nasconde la vicenda a tutti: rade il figlio e si preoccupa di renderlo più giovane nell’aspetto.
La vita di Benjamin procede ‘al contrario’: passano gli anni e lui ringiovanisce.
Ad esempio, a vent’anni dalla nascita, Benjamin ha le sembianze di un cinquantenne: ma si rade, si tinge i capelli e cera di mimetizzare al meglio la verità.
La vita biologica di Benjamin procede in senso opposto rispetto alla storia dell’umanità; intanto lui si sposa e, nel ringiovanimento progressivo, si scontra con i gusti e le abitudine della moglie Hildegarde Moncrief, che – come tutte le persone normali – invecchia nel fisico e nello spirito.
La vitalità della gioventù recede allo stadio infantile, Benjamin fatica sempre più a tenere il ritmo degli adulti. Lo ritroviamo infante, a giocare con suo nipote, infine diviene un neonato da affidare alle cure di una badante ...

Come spesso avviene, dai paradossi si traggono spunti di riflessione ai quali non avremmo altrimenti accesso.
Personalmente amo troppo la narrativa e consiglio di leggere il racconto nella versione originale; non nascondo tuttavia che la graphic novel può fornire un ulteriore impatto  visivo a una storia che, già di suo, stimola notevolmente l’immaginazione. Inoltre le illustrazioni possono avere un appeal efficace per catturare attenzione e curiosità di chi, magari per età o preferenze personali, non leggerebbe testi classici di letteratura.

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/arte-e-spettacolo/discussions/review/id:34248/