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Le recensioni di Bruno Elpis

Fuori da un evidente destino di Giorgio Faletti (qlibri)

coverEterocromia alla David Bowie

Il terzo romanzo di Faletti è, nel titolo e nei fatti, “Fuori da un evidente destino”. Di riuscita. Di continuità rispetto al successo che il pubblico gli ha accordato.
In poche parole, il tema del romanzo può essere riassunto nel non banale principio secondo il quale, talvolta, il passato è il posto più difficile ove ritornare.
Per argomentare questo principio intuitivo, Faletti confeziona un tomo di oltre cinquecento pagine, illudendo il lettore che i misteri narrati possano essere ricondotti alla logica umana.

Jim Mackenzie è pilota di elicotteri: affascinante, caratterizzato da eterocromia (ha un occhio nero e uno verde), è di sangue misto: metà pellerossa, metà caucasico. Le caratteristiche fisiche, di meticcio eterocromatico, sono ovviamente la rappresentazione esteriore di un
psicologia divisa e conflittuale (“Ho visto e sofferto la menzogna a sufficienza per non saper riconoscere la verità”).

Jim impara a proprie spese l’elementare verità sul passato quando, dopo parecchi anni, torna nella città (Flagstaff, Arizona) ai margini della riserva Navajo in cui ha trascorso l'adolescenza e da cui ha sempre desiderato fuggire.
eterocromiaNon appena Jim raggiunge il paese natale, si verifica una prima morte misteriosa, alla quale ne seguiranno altre: tutte inspiegabili, apparentemente senza movente, e soprattutto eseguite in modo atroce: i cadaveri hanno le ossa frantumate, particolare che ne rende irriconoscibili i tratti del viso.
Accanto al thriller, scorrono sentimenti e storie dei fantasmi del passato: Jim era partito lasciando alle sue spalle il risentimento della sua ragazza e del suo miglior amico. Alan lo aveva scoperto uscire da un motel con la sua bellissima fidanzata, mentre April, la ragazza di Jim, era incinta.
Dopo dieci anni (“E’ vero, le persone non cambiano, ma possono ritrovarsi”), Jim ritrova Alan, reduce di guerra, alle prese con arti artificiali per aver subito l’amputazione delle gambe; la bella traditrice, Swan, è diventata un’attrice famosa; April è una coraggiosa giornalista …

L’aspetto più interessante del romanzo? A parer mio, il fascino etnico di una civiltà perduta e il tentativo di riscoprire alcune tradizioni indiane.
Al di là di questo nobile esperimento, l’eccessiva e manichea contrapposizione tra buoni e cattivi, ereditata dalla cinematografia western, e il trionfo dell’irrazionale nella soluzione del mistero sono elementi che lasciano il sapore dello scontato e dell’irrisolto. Di fronte a questa constatazione, Faletti sembra pronunciare a se stesso: “Ma il coraggio è anche questo. La consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.”

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-italiana/discussions/review/id:35457/