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Le recensioni di Bruno Elpis

Sodoma di Frédéric Martel (qlibri)

Una delle chiavi della loro vocazione 

Sodoma di Frédéric Martel è il trattato enciclopedico su vizi privati (tanti) e pubbliche virtù (pochissime) del Vaticano: un’opera che ha suscitato clamore più alla vigilia che dopo la sua pubblicazione.

La teoria di fondo, puntigliosamente enucleata in quattordici regole (1. Il sacerdozio è stato a lungo la via di fuga ideale per i giovani omosessuali. L’omosessualità è una delle chiavi della loro vocazione…”), è che l’omosessualità sia preponderante tra le schiere ecclesiastiche: addirittura sarebbe la chiave interpretativa di tutti gli eventi e le decisioni. 

La teoria viene documentata con interviste e dichiarazioni dei protagonisti (ad esempio, la testimonianza del vescovo Viganò), delle vittime o degli oggetti del desiderio talare (“Il ragazzo arabo, fresco di barcone, è il nuovo modello pasoliniano”), per arrivare sino a Vatileaks (“Paolo Gabriele… il maggiordomo del papa. Il piccolo diavolo sembra abbia fotocopiato centinaia di documenti riservati… L’obiettivo è destabilizzare il segretario di stato Tarcisio Bertone e, attraverso di lui, il papa”) attraverso l’analisi degli ultimi pontificati (da Paolo VI in poi. A dire dell’informatissimo autore, tre degli ultimi cinque papi sarebbero omosessuali). 

Nelle gerarchie ecclesiastiche emergono figure inquietanti: Marcial Maciel (“Le protezioni di cui ha beneficiato Marcial Maciel in Messico e in Vaticano restano ancora scarsamente note”), Karadima in Cile, l’immancabile e immarcescibile (allitterazionme!) Marcinkus (“Aveva un debole per le guardie svizzere”), Lopez Trujillo (“Un bel soprannome: coito interrotto”), Rouco in Spagna (“In spagnolo si dice titiritero – burattinaio”), Barbarin in Francia, Bertone (“A Bertone il soprannome di Hoover… il fondatore dell’FBI americana”) e Angelo Sodano (“I due sono i cattivi di questo libro”)… 

Viene radiografato il rapporto tra papa Ratzinger e padre Georg (“Benedetto XVI ci ha tenuto a mettere personalmente a sua eccellenza bavarese Georg Ganswein l’anello pastorale nel corso di una cerimonia di felliniana memoria nell’imponente cornice di San Pietro”… “Sembra Adriano che muoveva il cielo e la terra, costruiva città e mausolei, chiamava tutti gli scultori del suo impero, per rendere omaggio ad Antinoo!”) e in questa chiave di lettura viene interpretata anche la rinuncia al pontificato. 

Giudizio finale – citazione: “Il vizio è tanto necessario in uno stato fiorente quanto la fame è necessaria per obbligarci a mangiare. È impossibile che la virtù da sola renda mai una nazione celebre e gloriosa” (Bernard de Mandeville, La favola delle api, alias “Vizi privati, pubbliche virtù”). 

Bruno Elpis 

https://www.qlibri.it/recensioni/religione-e-spiritualita/discussions/review/id:67132/