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Le interviste di Bruno Elpis

“La ciociara” di Alberto Moravia – Testimonianza di Gianna Cimino, nipote dello scrittore

Alberto MoraviaGrazie all’amico Angelo Favaro, pubblichiamo in esclusiva la dichiarazione della signora Gianna Cimino, nipote di Alberto Moravia, su “La ciociara a Fondi”, il convegno in programma il 10 maggio.
Una testimonianza diretta su uno dei grandi scrittori italiani del XX secolo e sulla moglie, Elsa Morante.

“Non è semplice per me parlare di mio zio, né dei suoi romanzi, ed è ancora più complicato provare a dire cosa ne pensasse. Non parlava mai dei suoi scritti, se non era proprio obbligato da un’occasione pubblica, o da interviste di cronisti. Qualche volta ho ascoltato quel che diceva, ma era sempre, come dire, quasi scocciato, annoiato – per usare un verbo a lui caro – di dover raccontare qualcosa che aveva già scritto. Ripeteva che avendo già scritto il romanzo o i racconti gli sembrava davvero inutile doversi ripetere. Io sono nata molti anni dopo la scrittura e la pubblicazione del romanzo La ciociara e anche alcuni anni dopo il film, così non posso dire nulla direttamente.

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Intervista a Angelo Favaro, ideatore dell’evento-convegno internazionale “Alberto Moravia e la Ciociara – Letteratura. Storia Cinema” in programma per il 10 maggio a Palazzo Caetani a Fondi, nei luoghi del romanzo.

locandinaIl prof. Angelo Fàvaro si occupa di letterature classiche, di ibridazioni fra le arti e la letteratura, di teatro, e collabora con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Roma “Tor Vergata”, e con l’Associazione Fondo Alberto Moravia, di cui è Presidente Dacia Maraini. Ha pubblicato saggi e articoli, anche in riviste e pubblicazioni internazionali, su Foscolo, d’Annunzio, Moravia.

Quest’intervista intende provocare le doti di sintesi di un esperto e studioso di Alberto Moravia: Angelo Favaro. Le domande che gli rivolgiamo hanno – ovviamente – il modesto obiettivo di suscitare curiosità e interesse intorno a una giornata di approfondimento su uno dei più grandi scrittori contemporanei.

Angelo, perché Moravia ha meritato la tua attenzione e i tuoi studi?
Come tutto quel che è più importante e significativo nella vita, anche l’interesse e la passione per l’Opera di Moravia e per Alberto, come uomo e intellettuale, sono stati un caso. Mi sono occupato di Moravia per caso: un collega all’università mi chiede se voglio effettuare un approfondimento e svolgere dunque un seminario semestrale su alcuni romanzi di Moravia, accetto.

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Intervista a Igor Nogarotto, autore del romanzo “Volevo uccidere Gianni Morandi”

igorIgor, nella tua personalità poliedrica qual è la faccia prevalente?
Quella della determinazione! Dell’ostinazione che mi accompagna da più di vent’anni nel seguire l’impulso della mia passione per la creatività.

Lo so, nel romanzo viene detto, ma – a beneficio di chi non ti ha letto – vogliamo dire come nasce la Samigo (ndr: la tua agenzia di spettacolo ed etichetta discografica)?
Da SAM + IGOR – R : )
Sam, al secolo Pietro Campo, era il mio bassista, ma soprattutto uno dei miei migliori amici. Ora purtroppo è partito, per un nuovo viaggio, in direzione verticale. Ma è sempre con me e dentro di me e gli ho dedicato il mio libro.
La società fu creata per l’esigenza di poter stampare i dischi, con regolare iscrizione alla camera di commercio e poter emettere fattura!
Oggi è un’importante realtà soprattutto nell’ambito del cabaret, ma lavoriamo ancora con alcune band molto interessanti.

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Intervista a Giampaolo Simi

giampaolo simiLa cover del romanzo ti definisce un autore di “noir”. Sei tra gli scrittori italiani pubblicati nella Série Noire di Gallimard. Nel 2010 hai ricevuto il premio alla carriera “Lama e Trama”. Come vivi questo profilo con il quale vieni identificato? Il “genere” ti sta stretto?
In questi anni abbiamo assistito a una mutazione. Prima il romanzo giallo era lo strumento, mentre il fine era raccontare una storia avvincente dei nostri giorni. Adesso scrivere un giallo sembra il fine ultimo di qualsiasi persona tenti di pubblicare qualcosa. Se il giallo è diventato solo un fine, allora sì, mi va stretto. Non mi interessa. E allora no, ”La notte alle mie spalle” non è un romanzo di genere. È la storia di una famiglia. Ma se i lettori se lo divorano in poche ore è perché, come in un noir, la tensione emotiva è sempre alta. Perché io ho imparato a narrare leggendo Manchette, Hammett, Scerbanenco e ne vado fiero.

Sempre nelle tue note biografiche leggiamo che hai collaborato come sceneggiatore e soggettista per le serie TV “L’ispettore Coliandro”, “RIS”, “Crimini”. Come giudichi queste esperienze?
Le giudico positive. Per tre o quattro anni mi sono dedicato a imparare un altro linguaggio, ho lavorato in team con persone molto in gamba. E questo ha anche fatto evolvere il mio modo di scrivere narrativa.

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