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Fatti e libri, rubrica di Bruno Elpis

Femmicidio e Blanca di Patrizia Rinaldi

coverI casi di femmicidio, nel recente passato, sono stati davvero tanti.
Capita a proposito la riflessione che Beppe Severgnini propone sul dilagare della violenza contro le donne in un articolo intitolato “Noi maschi dovremmo occuparci di più del femmicidio”.
Il medesimo tema, in forma romanzata, viene affrontato da Patrizia Rinaldi in “Blanca”, un giallo sui generis caratterizzato da un lirismo coniugato secondo le desinenze dell’intuito femminile.
Nell’opera, gli inquirenti del commissariato di Pozzuoli si devono occupare – oltre che delle misteriosi scomparse di due ragazzi - dell’assassinio di una donna (“Mi chiamo Margherita Meini in Russo e abito ai 600 Alloggi”).
Margherita si era già presentata al commissariato per denunciare un fatto: “In risposta a un periodo di crisi matrimoniale … il signor Gianni Russo aveva preso la figlia (ndr: Ninì) e l’aveva portata via.” Ma poi aveva desistito ed era scappata via. Nella sua reticenza, un chiaro segnale di minaccia, che prelude al femmicidio.

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Tombe, leggende e racconti di vampiri

vampiroNel corso di un luglio arroventato da Caronte, abbiamo letto una notizia gelida (si fa per dire) come i personaggi mitologici ai quali l’articolo di stampa fa riferimento.
Alcuni archeologi polacchi hanno rinvenuto un gruppo di tombe di «vampiri»: sette scheletri  con il cranio in mezzo alle gambe (v. foto)! I resti indicano un’esecuzione rituale che nella tradizione popolare veniva riservata ai bevitori di sangue.
La scoperta è l’ennesima conferma delle feroci superstizioni che hanno funestato la storia dell’umanità. Al pari delle persecuzioni riservate alle donne che venivano accusate di stregoneria, nei secoli passati la sorte di chi era sospettato di vampirismo era spesso terribile: in alcuni casi le persone venivano decapitate; in altri venivano appese alla forca fino a quando la testa non si staccava dal corpo grazie al processo di decomposizione. In ogni caso, i cadaveri dei presunti vampiri venivano sepolti con il cranio tra le gambe, nella credenza che così il vampiro, al suo risveglio, non potesse ritrovare la propria testa...

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La pena di morte e “Il miglio verde” di Stephen King

logoUn articolo intitolato La pena di morte nel 2012: fatti e cifre è un autentico bollettino di guerra. La pena capitale viene ancora inflitta in ventuno paesi, alcuni dei quali sono etichettati come ‘superpotenze’. Del resto, si sa, la realtà supera sempre la letteratura: anche quella dell’orrore.
E così ci deve pensare The King - colui che alternativamente viene designato come “mago del brivido” o “re del terrore” o “genio del macabro” - a proporre una riflessione sullo spirito giustizialista che, dopo tanto secoli di storia, anima ancora l’uomo.

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Orwell, Datagate e DNAgate

coverQuesta volta, nella rubrica “Fatti e libri”, invertiamo lo schema: normalmente traiamo spunto da un articolo o da un fatto di cronaca per agganciarci a un’opera della letteratura. Oggi, invece, partiamo da un libro per riflettere su un evento. 

L’opera è 1984 di George Orwell. In essa ritroviamo Big Brother: un personaggio immaginario che designa il dittatore dello stato totalitario di Oceania. Nella società che Orwell descrive, ciascun individuo è tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità al suono di uno slogan che è una minaccia bella e buona: "Il Grande Fratello vi guarda". Gli abitanti soggiacciono alla superiorità di un’entità che non è dato comprendere se sia  persona reale e vivente o, piuttosto, icona, simbolo o personificazione del partito.
Winston Smith, sotto tortura, chiede a O’Brien se il Grande Fratello esiste. Ottiene una replica drastica: "Tu non esisti"; che significa: sarai ucciso e cancellato dagli archivi, come se tu non fossi mai esistito.

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