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Fatti e libri, rubrica di Bruno Elpis

Le discussioni sull’aborto, “Nessuno sa di noi” di Simona Sparaco e l’ombra di Medea.

MedeaLe discussioni sull’aborto e sulla legge 194 tornano periodicamente alla ribalta, perché coinvolgono cultura, morale, società, religione, psicologia ed emozioni. In questo ambito, poi, il difficile tema dell’aborto terapeutico si carica di ulteriori contenuti per la sofferenza che consegue all’accertamento delle gravi anomalie genetiche del feto. 

Sono ormai passati quasi quarant’anni da quando, nel 1975 e in un quadro culturale completamente diverso da quello odierno, Oriana Fallaci pubblicò la coinvolgente “Lettera a un bambino mai nato”, ma la rilettura di questo testo continua a emozionare e a porre complicati interrogativi esistenziali. 

Del dramma dell’aborto terapeutico si occupa Simona Sparaco in “Nessuno sa di noi”, romanzo incluso nella cinquina finalista del premio Strega 2013. La storia si sviluppa in due parti. Nella prima si narrano gli eventi: la promessa di una maternità che finalmente si realizza dopo tanti tentativi vani, la scoperta – durante una visita di controllo – dell’anomalia genetica del feto (“displasia scheletrica”), la tragica decisione di ricorrere all’aborto terapeutico. Nella seconda parte il romanzo analizza come la scelta di Luce e Paolo si ripercuote sul rapporto di coppia (“vedo ogni giorno dissolversi quello che c’è tra noi”) e rappresenta come i due compagni diversamente interiorizzano ed elaborano rimorso, dubbi, smarrimento e senso di vuoto.

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Etologia delle serpi, Groviglio di vipere di Mauriac e Un covo di vipere di Andrea Camilleri

serpe

Spesso la natura offre spettacoli da brivido. Il brivido è causato dal fascino in tutte le sue declinazioni: incanto o stupore, paura o terrore, ammirazione o coinvolgimento, piacere o estasi...

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Carlo Lizzani e L’ultimo ballo di Charlot di Fabio Stassi

CharlotLa notizia della morte di uno dei più grandi registi del cinema italiano, Carlo Lizzani, la cui vita ha attraversato quasi interamente il ventesimo secolo, per connessione d’argomento mi suggerisce il commento a un’opera finalista del Premio Campiello 2013, che ha per protagonista un grande attore e regista. Il romanzo in questione è L’ultimo ballo di Charlot di Fabio Stassi. 

Da sei anni, ogni Natale, mi viene a trovare la Morte. Si siede davanti a me e mi aspetta. Io allora indosso i miei panni di vagabondo e le recito una delle mie antiche scenette. Se lei ride, mi concede un altro anno di vita. È il nostro patto. Non morirò finché continuerò a divertirla…”
L’autore alterna gli “Interno notte” del 24 dicembre 1971, 1972 … 1977 a capitoli intitolati “Primo rullo”, “Secondo rullo”… “Sesto rullo”.

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Pasta italiana e “Camere separate” di Pier Vittorio Tondelli

coverIl patron di un colosso alimentare si è lasciato andare a una dichiarazione che, sul piano del marketing, potrebbe essere alternativamente una scelta strategica ben precisa del target commerciale di riferimento o una gaffe. La frase incriminata è:  «Mai uno spot con famiglie gay, se a qualcuno non va, mangi un'altra pasta».
Secondo un costume assai diffuso in Italia, che può essere icasticamente rappresentato dall’immagine di chi lancia il sasso e poi nasconde la mano, in un secondo tempo l’industriale ha ritrattato la sua infelice e forse inutile esternazione: questo atto lascia pertanto ipotizzare che  si tratti di un errore - certamente indice di una mentalità - piuttosto che di una lucida scelta commerciale. Anche perché le strategie di marketing insegnano che adesso qualche competitor potrebbe cavalcare la frase in senso opposto…

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