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Notte buia, niente stelle (qlibri)

coverNotte buia, niente stelle.
“1922”
Nebraska: “Chissà se l’inferno è tanto peggio di Omaha. Forse l’inferno è Omaha, ma senza la bella campagna intorno: soltanto desolazione e arsura, e odore di zolfo, e anime perse come la mia”.
L’agricoltore Wilfred James decide di sopprimere la moglie Arlette: “La Bibbia dice che un figlio ingrato è come un morso di serpente, ma una moglie ingrata e petulante è anche peggiore”. E lo fa in modo subdolo e atroce, plagiando il figlio: “A volte, l’unica cosa da fare è prenderci quello che ci spetta. Anche se qualcuno si fa male”.
Notte buia, niente stelle.
In “Maxicamionista”, Tess scrittrice di gialli rassicuranti (“sottogenere un-solo-cadavere-e-niente-sangue”) è vittima del più infame dei reati, ammesso che si possa stabilire una gerarchia delle infamie: lo stupro.

The King ripercorre il calvario della vittima: il dolore fisico, la paura, il ‘sentirsi sporchi’, l’umiliazione e il terrore di dover rivelare ad altri. Poi Tess decide di dare spazio alla vendetta personale: “Dentro di sé (al fondo di quell’anima straziata), sentiva una collera pulsante, e odio per l’uomo che l’aveva ridotta così”.
Notte buia, niente stelle.
“La giusta estensione” è quella che Streeter, bancario malato di cancro, acquista da un insolito ambulante: “Quello che le serve è un’estensione di vita”. Il patto con il diavolo viene firmato a caro prezzo: per la legge della compensazione ne farà le spese l’amico Tom, oggetto dell’invidia di Streeter; una serie di sventure e disgrazie si abbatterà su di lui e sulla sua famiglia.
Notte buia, niente stelle.
Anche in "Un bel matrimonio": quello tra Darcy e Bob. Quando Darcy, in modo del tutto fortuito, scopre di aver sposato … un pervertito, un mostro, un serial killer.
Terrificante la contrapposizione tra ‘normalità’ pluriennale di un ménage (“Se lei era la classica donna lontan dagli occhi, lontan dal cuore, suo marito mezzo calvo, caposcout e numismatico era il classico uomo lindo e pinto”) e le nefandezze che anche la più normale delle apparenze può nascondere.
Notte buia, niente stelle.
The King ce la illumina, la notte buia e senza stelle … E lo fa nel modo che più gli è congeniale: in modo tetro e angoscioso. Con la sua prosa allucinante, che materializza orrore e atrocità di ogni genere. In fondo è il medesimo meccanismo che sfruttava la tragedia greca. Quello della catarsi.

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/racconti-narrativa-straniera/discussions/review/id:32549/