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Le recensioni di Bruno Elpis

Rimini di Pier Vittorio Tondelli (qlibri)

coverLa bellezza della complessità

Rimini” di Pier Vittorio Tondelli è un romanzo complesso nel quale confluiscono il gusto descrittivo, la profondità della poesia, un disegno narrativo che accarezza la letteratura di genere senza incasellarsi in essa, l’attenzione allo sfondo socio-politico, l’intreccio pluridimensionale dei personaggi, la disperazione strutturale.
La varietà degli elementi è amalgamata nell’esperienza giornalistica dell’io narrante, Marco Bauer, un giovane e ambizioso cronista (“Ero troppo giovane per un’investitura di quel genere…”), di fronte al quale si spalanca un’opportunità unica (“Ho la direzione della pagina dell’Adriatico”)“… in un afoso mattino di metà giugno, a Milano, il diciotto giugno millenovecentoottantatré …”.
A una condizione: “Pr-prepari le valigie. Andrà a passare due mesi laggiù.”
Laggiù è RIMINI e l’incarico viene affrontato con ardore e con qualche dubbio:  “Ma era davvero un lavoro importante o forse invece si trattava di un noiosissimo spostamento di sede, un banale trasferimento?”

 

IL GUSTO DESCRITTIVO

A partire da un’impressione labile (“Rimini per me era semplicemente un’espressione geografica simbolo di vacanze a poco prezzo, confusione, intasamento”), Tondelli spruzza le sue pagine con macchie di colore e le impregna di emozioni, ritraendo località come Rimini e Riccione (“La sequenza ordinata delle cabine – dipinte a blocchi con tonalità pastello – aveva in sé qualcosa di metafisico e infantile nello stesso tempo: come si trattasse di un paesaggio costruito per i giochi dei bambini … oppure di un assemblaggio ordinato di altri materiali per altri uomini…”) attraverso scorci visivi e stralci acustici (“Non avevo mai visto nulla di simile in Italia. Ovunque suoni, musiche, luci, insegne sofisticatissime che si accendevano e spegnevano seguendo un ritmo preciso; disegni elettronici …”) che lasciano affiorare un’essenza inquietante (“La gente crede che sia un posto di villeggiatura. E’ al contrario un luogo faticosissimo. Si vive di notte, tutta la notte”).
In “Rimini” ritroviamo descrizioni indimenticabili della riviera frenetica, modaiola e popolare, descrizioni vivide e palpitanti, che pulsano con le luci e i suoni dell’umanità danzante e disperata: “… le città dai nomi così perfettamente turistici – Bellariva, Marebello, Miramare, Rivazzurra – apparvero come una lunga inestinguibile serpentina luminosa che accarezzava il nero del mare come il bordo in strass di un vestito da sera.”
In una visione olistica dei particolari fisici e spirituali: “Quella strada che per chilometri e chilometri lambiva l’Adriatico offrendo festa, felicità e divertimento, quella strada … segnava il confine fra la vita e il sogno di essa, la frontiera tra l’illusione luccicante del divertimento e il peso opaco della realtà”.

LA PROFONDITA’ DELLA POESIA

Il temporale – nella mutevolezza delle manifestazioni e nelle molteplici tonalità che può assumere come evento atmosferico nel quale facilmente si proietta e si identifica l’animo umano - è un evento naturale da sempre celebrato nella letteratura in generale e nella poesia in particolare.
Io ho scelto questo “territorio di scontro” nel quale si confrontano lirismi di diversa ispirazione per rappresentare il livello che la poesia della prosa di Tondelli riesce a raggiungere: “Verso il promontorio di Gabicce s’addensavano nuvoloni neri e gravidi di pioggia. A Rimini, invece, una luce spettrale e metallica illuminava tratti di spiaggia e di mare. Oltre, verso Cesenatico, altri nuvoloni, altri raggi di sole, altri squarci argentei. La linea del mare pareva un neon acceso.. Una striscia di chiarore pallidissimo e freddo separava infatti la linea color mercurio delle acque da quella gonfia e sinuosa del cielo.” In perfetto equilibrio tra classicità, impressionismo e avanguardia: “Il cielo nero di tanto in tanto mostrava, in un bagliore, le sue nervature elettriche.”

UN DISEGNO NARRATIVO CHE ACCAREZZA LA LETTERATURA DI GENERE SENZA INCASELLARSI

A Rimini, Bauer deve anche affrontare un caso di cronaca nera  relativo alla morte di un senatore (“In tutte le redazioni d’Italia … si rivoltavano gli archivi per stendere ‘i coccodrilli’ sulla immatura scomparsa del senatore Lughi”), il cui corpo viene ritrovato in mare. Si tratta di omicidio o è un caso di suicidio?
Tondelli sembra accarezzare l’idea di percorrere un genere (“La vicenda del senatore Lughi era caduta di interesse in attesa che si conoscessero gli esiti delle perizie necroscopiche”) e, se lo fa, lo fa i maniera del tutto personale (“Avevo in mano la prova. Le ultime due righe scritte dal senatore…”) pur rispettandone metodi (“Lo scoop, dicevano le scuole di giornalismo, non è nient’altro che trovarsi sul luogo giusto al momento giusto. E questo vuol dire una sola cosa. Avere il demonio che lavora per voi”) e topoi, non ultimo quello dello sbocco sorprendente. Dimostrando sensibilità spiccata e…

… ATTENZIONE PER LO SFONDO SOCIO-POLITICO

Perché il caso giornalistico e poliziesco è occasione per svolgere alcune riflessioni sul tessuto della società italiana: “Quanti… hanno tramato, intascato corrotto, insabbiato, però con la certezza di agire per qualcosa che in fondo li giustificava? Se non capisci questo, non credo tu possa capire quarant’anni di scandali italiani. Perché non hai mai davanti dei semplici corrotti. Hai gente ben più pericolosa. Gente che agisce con la certezza di seguire la strada giusta.”

L’INTRECCIO PLUIRDIMENSIONALE DEI PERSONAGGI

“Rimini” è un vortice di eventi. “Rimini” è girandola di personaggi.
Lì si svolge un concorso letterario: ne è disinteressato protagonista lo scrittore Bruno (“Sono convinta che vincerà lui, quest’anno”), personalità tragica che vive un amore omosessuale nell’alternanza di sentimentalismo, intemperanze e deliri letterari, con il supporto di un religioso e di un mecenate, Oliviero Welebansky (“Non era solo un party. C’era almeno metà della colonia Vermilea, sai?”).
Interessante è raffrontare erotismo e sentimento che caratterizzano la storia d’amore tra Bruno e l’inglese Aelred rispetto alla sensualità che connota la relazione tra Bauer e Susy, affascinante membro della redazione de “La pagina dell’Adriatico”: “Susy sorrise, la sentivo aderire al mio corpo come una spugna pagata, rinfrescante e morbida. Salimmo in macchina. Si rannicchiò attorno al mio braccio come un serpente.”
In uno di questi molteplici eventi (l’elezione del Tipo da Spiaggia!) la tedesca Beatrix, giunta in riviera alla ricerca della sorella fuggita e scomparsa, in maniera fortuita scopre un indizio che la porterà sulle tracce di Claudia nel mondo subliminale e simbolico del parco dei divertimenti: “Le torri di Fiabilandia svettavano color rosa salmone nella notte illuminata da grandi fari…
L’intreccio è ricco, addirittura eccessivo, perché ricalca la realtà intricata, esuberante e caotica della riviera: così, in parallelo si narrano la storia dell’hotel Kelly e della strana educazione sentimentale che Renato vi riceve, le vicende di uno sceneggiatore e di un produttore in cerca di successo e altro ancora.

LA DISPERAZIONE STRUTTURALE

In tanta ricchezza – io ho compiuto un atto contro natura: riassumere, ingabbiandola in uno schema, la complessità della scrittura di Tondelli – lo scrittore prematuramente scomparso non dimentica mai intimismo e diffonde il senso di una disperazione strutturale e pervasiva. Semplicemente, limpidamente, in passaggi come questo: “Sapeva che tutto sarebbe finito con il sopraggiungere dell’autunno. Le luci si sarebbero fatte più fioche e più tenui, la spiaggia più rada, le strade più scorrevoli e più vuote.”

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/racconti-narrativa-italiana/discussions/review/id:37014/