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Le recensioni di Bruno Elpis

La Venere Rea di Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, Diamond editoreA chi di un libro apprezza anche l’impatto visivo, “La Venere Rea” di Simone Di Matteo si manifesta in modo del tutto particolare.

Rimando il commento alla cover, che in un libro costituisce il biglietto da visita, titolata com’è a evocare il romanzo stesso con un’immagine. Comincerò allora con il dire che quest’opera di Simone Di Matteo, l’autore che poi è anche l’editore di Diamond, si propone come un prodotto che si presenta alla stregua di un manufatto artigianale nel quale sono state trasfuse creatività, cura dei particolari e attenzione alla qualità.

I caratteri di stampa, ad esempio, sono molteplici e differenziano anche graficamente le forme espositive: l’epistolario, il racconto del mito, alcune rime e la narrazione diaristica. Inoltre, le illustrazioni in bianco e nero di Giampaolo Carosi contribuiscono a visualizzare alcuni passaggi della storia. Che viene raccontata con una tecnica particolare: epistolare nelle prima parte, viene poi interpretata nel diario secondo la visuale di Paul, uno dei due protagonisti (l’altro è Claude) del rapporto di amicizia a distanza tra Roma e Parigi. Passando attraverso la leggenda di Eris, dea della discordia, perché anche il mito è uno strumento narrativo che “nella sua semplicità … descrive le complicate  e spesso altrimenti ineffabili trame della vita”. Infatti “il mito … parla la lingua degli dei, degli eroi, dei comuni mortali che si trasformano e diventano eterni, perché eterno è il loro valore”. Così dice l’autore nella sua postfazione.

Infine c’è un ulteriore stratagemma narrativo, carico di simbolismo, che alla mia mente ha evocato il Dorian Gray di Oscar Wilde: il rapporto fisico tra la vita e l’arte, talmente fisico da presupporre intercambiabilità e continuità, in una sorta di osmosi fantastica che compenetra l’essenza del soggetto nella rappresentazione dell’oggetto. Con il sospetto che la bellezza abbia sempre il suo contraltare, perché magari nasconde una lamia, un essere ibrido scomponibile nei principi dell’amore e dell’odio.

E veniamo alla cover, che ritrae la Venere Rea (Rea è una divinità, ma è anche attributo che sta per “colpevole”!) nell’interpretazione di Emanuela del Vescovo, artista figlia del neomanierismo degli anni ottanta.

Lascio a voi il piacere di immedesimarvi e fantasticare, a partire da quanto “La Venere Rea” stimola con parole e immagini. Al di là del commento di …

... Bruno Elpis

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