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Aria fredda

coverCool air” riflette probabilmente una fobia dello stesso Lovecraft: l’ossessione per il freddo, quella che gli psicologi chiamano criofobia.
Il racconto ha per protagonista l’anziano Mu?oz: l’inquilino del piano di sopra! Perché spesso l’orrore vive accanto a noi, che ne siamo totalmente ignari.
Mu?oz è un personaggio piuttosto insolito: entra nella vita del  narratore quando questi si reca al piano superiore per chiedere ragione di un fastidioso stillicidio di ammoniaca sul quale è opportuno fare qualche verifica.
Il coinquilino si presenta in “una corrente d’aria fredda” e nel “colore livido della carnagione”.
La situazione in cui versa Mu?oz sembra plausibile, almeno apparentemente: “… Era affetto da un complesso di malattie che richiedevano un preciso regime, di cui il freddo era parte essenziale. Un repentino aumento della temperatura, specie se prolungato, avrebbe potuto essergli fatale.”

cool airPer questa condizione patologica è importante che nell’appartamento il clima si stabilizzi tra i quattro e i sei gradi, almeno in un primo tempo. Con il passare dei giorni, la temperatura ideale per Mu?oz si assesta in prossimità dello zero termico.
Il narratore, altruista e preoccupato, si dà carico di assistere il vicino, ma quando la pompa della macchina refrigerante si rompe … be’, qui mi fermo. Perché la rivelazione finale spiega tutto, essenzialmente in chiave metafisica.
A questo punto sarebbe interessante scoprire cosa si annidi dietro alla criofobia dell’autore. Semplicemente e per traslazione, mi verrebbe da pensare a un altro freddo: quello interiore.

Bruno Elpis

http://lettoriautori.altervista.org/lc8.htm