logotype
Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis

Elpi-logo n. 21 – “Si è fatto tutto il possibile” di Marco Venturino

coverIl dramma racchiuso in una frase fatta

“Si è fatto tutto il possibile” è una frase di routine che viene utilizzata in momenti estremi. In sé condensa – così penso io, io che medico non sono - almeno tre istanze del medico che la pronuncia.
1)   Il desiderio di far valere un’attenuante generica di fronte a un insuccesso chirurgico: oltre certi limiti, l’uomo non può arrivare; talvolta la natura è così crudele e la malattia talmente cattiva che l’uomo può soltanto esperire un tentativo di strenua opposizione.
2)   Lo scrupolo di esprimere l’impegno e l’abnegazione profusa nell’intento di salvare una vita in condizioni disperate; e il rammarico di non avercela fatta.
3)   L’ansia di comunicare la propria personale partecipazione a un dolore che colpisce i cari del paziente che è deceduto durante o dopo l’intervento chirurgico.

Questo romanzo narra di un tragico errore medico, perché purtroppo anche questo accade ed “errare humanum est”.
Mario Valenti è primario anestesista ed è un uomo di successo. Purtroppo un giorno – per stanchezza, leggerezza, disattenzione o fatalità - in sala operatoria scambia una fiala e inietta al paziente il farmaco sbagliato.
Lo ritroviamo chiuso nella stanza di primario d’ospedale, a riflettere sulle conseguenze che il suo gesto ha provocato, rivedendo in un drammatico flash back tutta la vita professionale e personale, passata in poco tempo “dalle stelle alle stalle”.
Rimorso, colpa e senso di fallimento hanno il sopravvento su una persona che ha sfidato la vita, alzando sempre più l’asticella e oltrepassando il segno in nome di carriera,  denaro e potere.

Ho apprezzato questo testo, che si legge in un attimo perché avvince e perché è narrato con semplicità, per due motivi sostanziali.
Primo: per l’onestà con la quale “uno del mestiere” (l’autore è medico) mette a nudo alcuni meccanismi del mondo ospedaliero e ne demistifica taluni aspetti come il rapporto di “potere”, qualche volta anche arrogante, che si instaura tra medico e paziente.
Secondo: l’epopea di Mario Valenti è tutt’altro che infrequente. Quante volte a un periodo di successo, nel quale ci si sente invincibili, segue un’epoca di buio totale?

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-italiana/discussions/review/id:34138/